CONCORSO LETTERARIO GIOVANNI SEGANTINI

I edizione

 Articoli critici

IL TRITTICO DELLA NATURA E L’ETERNO RITORNO

di Mark Kree

Entrambi appassionati di montagna, entrambi ricercatori di verità, contemporanei, entrambi che dall’Engadina hanno tratto le loro maggiori ispirazioni.

E’ l’agosto del 1881 e il professor Nietzsche, il filosofo che non crede all’esistenza dei fatti, ma ritiene presenti e veritiere, in quanto in assenza e menzognere, solo le interpretazioni, è in Engadina, sul lago di Silvaplana e, passeggiando, è colto dal pensiero, come lui stesso afferma, più abissale: “tutto va e tutto torna indietro; eternamente ruota la ruota dell’essere. [..] tutto si divide, tutto torna a salutarsi; [..]. Ricurvo è il sentiero dell’essere.” 

Alcuni anni dopo, nel 1894, Segantini Giovanni, per gli amici Segante, pittore  maturo e artista affermato, lascia Savognin, paesino nei Grigioni, e si trasferisce in Engadina, a Maloja, ed è subito preso da sensazioni simili al professor Nietzsche, abitato già da un medesimo coefficiente di misticismo e, proprio lì, tematizza  il suo modo di vedere la temporalità attraverso la spazialità del paesaggio. Segantini si trova, suo malgrado, al tramonto della propria esistenza, e ci consegna un grande incompiuto, composto da tre enormi tele: il Trittico della natura 1896-99, dipinto sullo Schafberg,  a 2700m, l’ultimo dono di Segante all’umanità.  [..]

Racconti

DENTRO LA STALLA

di Sebastiano Buonamico

Al calar della sera han suonato le sei alla campana.

Finito di raccogliere gli scartozzi dal campo, li ho gettati al vento perché il vento togliesse la pula.

Mi sono sollevata con i pugni sui fianchi e ho visto quell’uomo. 

Stava a distanza, sul limitare del fosso. 

Una matita nella mano destra e un blocco di carta nella sinistra. 

Pare che abiti qui vicino, da qualche parte nella frazione bassa, e viva da solo. 

Con quello sguardo, e poi con quegli occhi, con cui ci guarda a tutti. Non si sa mica. 

Cosi mi sono alzata e sono andata veloce verso il maso, che il cielo prometteva pioggia, mi sono affrettata, scrollata la gonna sull’uscio. 

Il Toni era sulla porta della stalla, prima di salutarlo mi sono girata a controllare indietro, a guardare se quell’uomo fosse ancora lì. 

Col vestito da città, così elegante che qui nessuno se lo può nemmeno pensare, ma sporco di paglia e vernici, già, perché vive solo. 

Stavano rientrando anche le capre, contro al sole basso. 

Lui disegnava con l’ultima luce, come sempre, sempre lì che disegna tutto. 

In giro per i campi, passa tra le Regole, di rado all’osteria. 

E’ solo. 

La vedova di giù dabbasso gli cucina qualcosa. 

Ora è buio. 

Ho quindici anni e mi guardo le mani nello specchio scuro, mani scure. 

Le lavo nel bacile di stagno, mi passo dell’acqua sulla faccia. 

Nel cortile c’è Novembre. 

Il lume a petrolio, mosso dal vento, disegna l’ombra di qualcuno che entra sotto all’arco dell’ingresso. 

Si toglie il cappello, apre il tabarro. 

Il Toni glielo prende dalle mani con un leggero inchino delle spalle, poi porta l’uomo dentro casa per un bicchiere di vino. 

I due escono ed entrano subito nella stalla. 

A quest’ora ci vado anche io. 

Mi siedo sulla panca con gli altri, a sentire i racconti e le canzoni, noi del maso così stiamo al caldo. 

Stasera, dalla porta, la luce di candela disegna una lama sulle piode dell’aia. 

Messi gli zoccoli scendo. 

Perché fa freddo nella stanza. 

Il vitello nuovo succhia la sua mamma, la moglie del Toni è seduta a lato col figlio del Toni che la succhia. Al centro c’è quell’uomo, con la matita in mano che disegna. 

Con quel vestito da città e quegli occhi, che poi, dicono tutti che non è mica cattivo.

Poesie

 MERCATO PUSIANO 

di O’Crec Suromà 

Sono arrivato

O lago di Pusiano,

e sulla riva gioca 

il tuo mercato.

E’ estate ingenuo lago

nudi  ragazzi 

a correre a bagnarsi

Acqua trasparente

aria primitiva, 

similitudine con gente

 Sol re-mando,

 isola selvatica

poco accogliente,

sterpaglie arbusti 

e d’altro niente

 Amore mio ti piace?

Bice!

Il bordo del lago lontano?

il sole  cala

tramonto a Pusiano

Ave Maria, nel tuo eterno trasbordo,

nel diverso tramonto 

che ti tocca ogni giorno

Ti saluto,

mercato Pusiano,

pensa a te stesso, 

ma pensa lontano.

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il volume cartaceo è disponibile presso la biblioteca di Pusiano

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